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Lettera della équipe pastorale (21 marzo 2021)

Parrocchia San Fulgenzio
00136 Roma – via della Balduina, 296
segreteria[at]sanfulgenzio.it
Tel. 06 3545 4039

21 marzo 2021

Eccoci di nuovo di fronte ad un momento di fatica: ci viene chiesta una nuova chiusura nelle nostre case.

Con questa lettera vorremmo fare sentire il calore della comunità a tutti coloro che, credenti e non credenti, vivono nel nostro quartiere. Siamo partecipi delle tante fatiche che ognuno si è trovato a vivere. Pensiamo anche che in mezzo alle fatiche ci siano cose di cui possiamo godere. Cogliere questo tempo per vedere con uno sguardo nuovo le nostre case, le case che ogni giorno sono il luogo in cui viviamo le relazioni.

Le relazioni non sempre sono facili, nella coppia, con i figli, con i genitori anziani, con quanti ci sono vicino. Può essere questa un’occasione per guardare ognuno con uno sguardo più attento. Potremmo scoprire cose che ci sembrava impossibile vedere. Il buono e il bello che c’è in ciascuno di noi.

Una parola sgarbata, una distrazione a volte rende duro il nostro cuore e ci fa dimenticare il bene che nel passato magari quella persona ci ha donato. Può essere un tempo per riprendere quelle perle che abbiamo ricevuto.

Anche chi è solo può scoprire in sé cose che non immaginava di avere, risorse fino ad ora sconosciute. Tutto questo risveglia in noi il desiderio di alzarsi, di non ripiegarsi, di guardare in profondità, di credere in quella che alcuni hanno chiamato”fantasia del bene”.

Ormai è un anno che facciamo i conti con le limitazioni e con le sofferenze provocate da questo virus. In molti sentiamo una certa stanchezza, abbiamo meno energie e tutto ci costa di più. La risposta più semplice è quella di ritirarci: fare il minimo indispensabile, limitare le relazioni, risparmiare le forze. Il confinamento in casa ci incoraggia ad andare in questa direzione. A volte coinvolgiamo in questo atteggiamento anche le persone a cui vogliamo bene (figli bambini o genitori anziani) con il desiderio di proteggerle.

Ma vorremmo richiamare la vostra attenzione su un’esperienza che immaginiamo possiate riconoscere. Ci sentiamo affaticati e le cose da fare ci pesano, ma l’incontro tira fuori da noi energie sopite e ci risolleva. A volte ci ha portato anche un pensiero o una cosa da fare in più, eppure ci ha fatto bene.

Vorremmo incoraggiarci vicendevolmente a rimanere aperti all’altro, ascoltandolo, avendo per lui parole e piccoli gesti di tenerezza, una prossimità che fa sentire amati, migliori. Anzi, qualche volta potremmo essere noi stessi a prendere l’iniziativa e farci vivi con una persona, che ripetutamente ci è venuta in mente e non sentiamo da tempo.

Inoltre noi pensiamo che l’ascolto vada portato anche alla società che ci circonda.  La pandemia ha esaltato le differenze tra i più poveri e fragili da una parte e i più ricchi e protetti dall’altra. Sono evidenti i limiti e le ingiustizie di una società che non si preoccupa di chi ha più bisogno, ed anzi lo scarta. È importante allora riflettere, anche ispirandosi alle encicliche “Laudato si’”e “Fratelli tutti” di Papa Francesco, e dare il nostro contributo alla costruzione della società del domani.

Come équipe pastorale in questi giorni stiamo pensando ad attivare un canale della Comunità per metterci in ascolto, un numero telefonico da poter contattare sia per condividere difficoltà e fatiche sia per condividere disponibilità e risorse: un ascolto telefonico rivolto sia a chi sente il bisogno di condividere un problema o semplicemente di rompere la solitudine sia a chi vuole mettere a disposizione le proprie competenze o un po’ del proprio tempo per chi ne avesse bisogno. Speriamo di riuscire ad avviare presto questa iniziativa e ci piacerebbe se potesse vedere coinvolte più persone anche nel pensarla e nel portarla avanti.

Questo tempo vissuto bene ci può preparare a vivere bene anche il domani che ci aspetta.

 L’équipe pastorale

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